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deserto bianco
Pubblicato il 7 Marzo 2025

PIRAMIDI E DESERTO BIANCO

Sono appena rientrata da uno short break in Egitto, meta che mi ha sempre affascinato, probabilmente dai libri di scuola.

Un breve assaggio del Cairo e del deserto mi ha permesso di immergermi in un Paese dalla storia millenaria.

Il Cairo ti accoglie da subito con il suo caos, le persone per le strade e qualche mezzo di trasporto un po’ poco comune, tipo dromedari e carretti trainati da cavalli.

Svegliarsi e vedere le piramidi dalla terrazza dell’hotel è stata una vera e propria emozione, ho impiegato un attimo per capire che era tutto vero. Sicuramente poi vederle da vicino ti fa capire quanto grande sia stata la civiltà egizia, che millenni fa è riuscita a creare delle meraviglie architettoniche di questo livello. E’ bello prendersi un po’ di tempo per camminare nella sabbia; vedere da vicino gli angoli frastagliati delle pietre erose dal vento; alzare lo sguardo per intravedere la punta delle piramidi colpite dal sole.

Per capire la grandezza di questa civiltà non può mancare la visita al Museo Egizio che ancora per poco accoglie i ritrovamenti della tomba di Tutankhamon. Verranno infatti poi trasportati al nuovissimo GEM, dall’architettura iconica che rievoca le forme delle piramidi. Al museo sembrava davvero di essere proiettati in un testo di storia: quante volte abbiamo visto la maschera dorata di Tutankhamon sui nostri libri?

Lasciata l’archeologia mi immergo nel traffico della città per raggiungere la parte vecchia del Cairo, con la Cittadella del Saladino dominata dalla Moschea di Alabastro; la Chiesa Sospesa, simbolo del Cairo Copto; il brulicante bazaar Khan El Khalili. Per allontanarsi dalla folla, da non perdere una navigazione sulle acque leggendarie del Nilo.

Lasciato il Cairo parto per un’avventura alla scoperta del Deserto Bianco, dove mi aspetta una notte in campo. Da prima raggiungo l’oasi di Bahariya dove a bordo di 4×4 ci si addentra sempre di più nel deserto, da quello Nero con le sue rocce basaltiche, a quello Bianco con le sue sculture di gesso. Il paesaggio è davvero surreale, ogni roccia è levigata dal vento e assume forme diverse: funghi, cupcake, conigli, sfingi e molto altro ancora. Una volta calato il sole, il freddo si fa sentire e non rimane che stare attorno al fuoco per scaldarsi e per ammirare la miriade di stelle che illumina il cielo. Al mattino saluto il deserto con una colazione rischiarata dalle prime luci dell’alba. Questa esperienza è stata resa ancora più bella grazie alla nostra guida Hazem che conosce il deserto come le sue tasche, che non ha bisogno di gps o cellulare: le strade che percorre da vent’anni sono tutte incise nella sua testa.

Un viaggio breve ma intenso, un mix di storia e natura, di caos e silenzi.  

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